14 marzo 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

“Io non ricevo testimonianza da un uomo.”



IV DOMENICA DI QUARESIMA – LAETARE – ANNO B -

DOMENICA 10 MARZO 2024

2Cr 36,14-16.19-23      Ef 2,4-10      Gv 3,14-21

OMELIA

Man mano ci avviciniamo alla Pasqua la Chiesa ci pone dinanzi il grande evento della salvezza: il mistero della Croce del Maestro.

Se la Quaresima per natura sua è una continua assunzione della personalità di Gesù tale realtà si vive fino in fondo contemplando il Crocifisso, ed allora emergono tre suggestioni dalla parola che questa mattina abbiamo ascoltato: su quella croce l'uomo viene salvato perché in quella croce c'è l'amore del Padre per l'umanità, per poter accedere alla luce che è vita eterna. Sono tre passaggi che la parola evangelica ci ha offerto stamattina per orientare in modo autentico il nostro cammino verso la persona del Maestro, per lasciarci amare dal Maestro e allora lo sguardo al Crocifisso è lo sguardo a chi ci ha amato fino in fondo. Ricordiamo sempre il contesto dell'ultima cena poiché erano vicini i giorni della Pasqua, Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine, fino all'infarto d'amore. Quindi orientare la nostra vita al Crocifisso è sviluppare quella capacità amorosa che è il senso della nostra esistenza. Innamorarci del Cristo guardando il crocifisso.

Questa è la bellezza più profonda della nostra storia.

In certo qual modo la Chiesa in questa ultima parte della Quaresima vuol orientare il nostro cuore a quello che è il nucleo fondamentale della nostra esistenza: lo sguardo del Mistero dell'amore di Gesù, nella certezza che questa esperienza di Gesù è il senso della nostra vita, anzi, ed è la bella affermazione che abbiamo ascoltato da Giovanni Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. La croce è una salita verso la pienezza della gloria.

In certo qual modo il Padre ci regala il Figlio e il Figlio ci riconduce al Padre. É molto bello come l'evangelista Giovanni descriva la morte di Gesù. Gesù si è consegnato nelle mani del Padre “Tutto è compiuto” … “ed emise lo spirito” è la bellezza della nostra esistenza che guardando a Gesù viene introdotta nell'amore del Padre. Noi tante volte guardiamo alla realtà della Croce o della morte di Gesù unicamente nella sua tragicità, ed è estremamente vero, ma dobbiamo entrare in un orizzonte molto più vasto. In certo qual modo Gesù ha assunto la nostra storia, si è innamorato di ciascuno di noi, per ricondurci alla bellezza del Padre: entrare in questo grande mistero che è il senso portante della nostra vita quotidiana.

Allora guardare a Gesù è lasciarci amare dal Padre e quindi, se noi vogliamo cogliere questa esperienza, come la possiamo gustare effettivamente e prepararci a questa celebrazione della passione, morte e resurrezione di Gesù? Attraverso tre passaggi che ci possono aiutare a entrare in questa ricchezza per entrare in questa ascensione. E’ molto bello come sant'Ambrogio descriva la nostra esistenza come “ascensione alla destra del Padre”. Noi possiamo gustare questa bellezza innamorandoci di Gesù, attraverso un primo aspetto: che noi siamo un capolavoro nell'amore di Dio! Quindi spalancare la nostra esistenza alla sua Presenza, essere persone veramente innamorate di Gesù che si lasciano attirare nel suo mistero per ritrovare la bellezza della nostra vita, sapendo - e questo ci deve sempre confortare - che Dio è innamorato dell'uomo e, questo amore di Gesù per l'uomo, fa sì che l'uomo entri nella comunione con Dio.

Il Crocifisso è il dono del Padre per condurre tutti noi nella pienezza della vita e allora la coscienza che siamo sostanzialmente un grande dono. Il Padre ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito e ce l'ha offerto perché noi spalancassimo la nostra vita alla sua persona e allora tutto questo ci porta un profondo senso di gratitudine, guardare alla Croce come coscienza di grazia: siamo un capolavoro dell'amore di Dio!

Mentre guardiamo Gesù che viene elevato alla destra del Padre, attraverso la morte, noi entriamo in quella comunione divina che è la speranza della nostra storia e allora, il terzo passaggio, col quale si conclude il brano evangelico chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.

Chi fa la verità? Chi vive in comunione con Gesù, chi vive in comunione con il Padre, chi entra nella bellezza di questo grande mistero: essere in ascensione continua! E allora chi fa la verità entra in questa profonda comunione con il Padre, ed allora, chi fa la verità viene alla luce: la pienezza della gloria! Sono tre passaggi che dovremmo sempre tenere presenti. Il mistero della Pasqua è un passaggio di morte e di resurrezione in vista di questa luce che ci attira continuamente, ci qualifica e ci dà la gioia di vivere. Allora quale potrebbero essere le stimolazioni che possiamo cogliere nella nostra vita, in modo da andare verso il Signore con tanta fiducia e tanta speranza? Accogliere un dono diventando un grande dono: è il senso più profondo di questa bellezza di Dio innamorato dell'uomo.

Quando guardiamo a Gesù vediamo in lui il riflesso di quella bontà del Padre che non ci abbandona mai, essere in ascensione nell'amore… E in questa ascensione ritroviamo la gioia di essere tutta e sola gratuità divina: siamo grazia!

È bello porre il nostro sguardo nello sguardo di Gesù e allora, nell'accoglienza di questo sguardo, ci ritroviamo creature profondamente rifatte ed entriamo nella bellezza della luce, il paradiso. Ecco perché chi fa la verità viene verso la luce perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio. Innamoriamoci di Gesù, entriamo nel suo percorso di vita e allora la morte diventerà una apertura sul mistero di resurrezione che affascinerà per tutta l'eternità le nostre persone.

Questo sia il mistero che la Chiesa ci vuol regalare in questa seconda parte della Quaresima, concentrare tutta la nostra attenzione su quel cuore innamorato di Dio, il Padre, su quel dono di amore che è il Figlio nella creatività continua e generosa dello Spirito Santo. Questo sia il mistero che vogliamo vivere e allora, nel cammino di questo periodo, abbiamo lo sguardo rivolto a Gesù e abbiamo lo sguardo rivolto nella fiducia, nella speranza, nell'attesa di una gioia intramontabile dove saremo immersi in una gratuità che non ha confini e, celebrando l'Eucarestia, respiriamo questa meravigliosa esperienza: il corpo dato, il sangue versato, l'amore incondizionato regalato a ciascuno di noi! E nel momento in cui entriamo in questa esperienza respireremo la bellezza della vita. Chiediamo al Padre questa speranza, chiediamo al Figlio il coraggio di entrare nel suo mistero, chiediamo allo Spirito Santo di darci quella luce piena di calore perché possiamo camminare verso quella pienezza di gloria che è la grande aspirazione all’interno delle nostre persone.

06 marzo 2024